Gli alti tassi di fumo rappresentano una delle maggiori minacce alla salute pubblica che l'Italia deve affrontare. Secondo l' Rapporto 2022 sul fumo in Italia Quasi 1 italiano su 4 (24,2% della popolazione) fuma. Si tratta del tasso più alto registrato dal 2006, 2 punti percentuali in più rispetto al tasso presentato nell'ultimo rapporto prima della pandemia (22%). Per questo, l'Italia sta pagando un prezzo elevato: con più di 90mila morti ogni anno A causa delle malattie legate al tabacco, il consumo di tabacco è diventato il principale rischio evitabile per la salute, responsabile del 20,61% dei decessi totali tra gli uomini e del 7,91% dei decessi totali tra le donne. I costi ammontano a oltre 26 miliardi di euro.
Fortunatamente, la recente comparsa di prodotti a base di nicotina a ridotto impatto ambientale, come lo svapo, offre una speranza ai fumatori: un regime di svapo favorevole ai consumatori, come quello del Regno Unito, consentirebbe 2,75 milioni di fumatori in Italia passeranno allo svapo e vivranno una vita più sana. Passando a questo 95% alternativa meno dannosa, le persone possono migliorare sostanzialmente la propria vita e la salute pubblica ne trarrà grandi benefici.
Affinché ciò accada, il governo italiano deve modificare sostanzialmente il suo approccio allo svapo e promuovere politiche di riduzione del danno da tabacco sia a livello nazionale che europeo. La recente formazione del nuovo governo italiano, insieme all'imminente aggiornamento della Direttiva UE sui prodotti del tabacco (TPD), rappresenta un'opportunità ideale per cambiare la prospettiva e la regolamentazione dello svapo in Italia. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo, La World Vapers' Alliance ha presentato al Governo italiano un piano in 7 fasi per ridurre il tasso di fumo in Italia. I 7 passaggi sono i seguenti:
- Abbracciare la riduzione dei danni causati dal tabacco: Il governo italiano deve impegnarsi in modo chiaro a favore della riduzione del danno da tabacco e dare priorità a soluzioni pratiche come lo svapo, anziché ad approcci irrealistici come il principio "smetti o muori". Incoraggiare i fumatori a passare allo svapo e garantire l'accesso ai prodotti per lo svapo agli adulti sarà fondamentale per ridurre i tassi di fumo in Italia.
- Promuovere lo svapo come strumento per smettere di fumare: Incoraggiamo il governo italiano ad avviare una campagna informativa sui vantaggi dello svapo rispetto al fumo, rivolta sia al pubblico in generale che ai medici. Inoltre, il personale sanitario dovrebbe essere formato sul potenziale dello svapo per la salute pubblica ed essere qualificato per prescriverlo come terapia antifumo. È stato dimostrato che lo svapo è il metodo più efficace per smettere di fumare e in alcuni paesi i medici li raccomandano già ai fumatori come alternativa più sana.
- Consentire lo svapo nelle aree esterne non fumatori: a differenza del fumo, non ci sono prove che lo svapo passivo sia dannoso. Pertanto, lo svapo dovrebbe essere vietato nelle aree non fumatori. Questo rappresenterebbe un ulteriore incentivo per i fumatori a passare a un'alternativa più sicura, se fosse loro consentito svapare ovunque all'aperto.
- Ridurre la tassazione sui prodotti per lo svapo e adeguarla al rischio relativo: Le alternative meno dannose non devono diventare prodotti di lusso. Eppure, l'Italia è uno dei Paesi in cui i liquidi alla nicotina pagano le tasse più alte. È stato dimostrato che l'aumento dei prezzi dei prodotti per lo svapo disincentiva lo svapo e porta a tassi di fumo più elevati e, dal punto di vista della salute pubblica, non ha senso che i prodotti da svapo siano regolamentati e tassati allo stesso modo del tabacco combustibile, poiché sono molto meno dannosi. I prodotti da svapo dovrebbero essere tassati a un livello commisurato al loro rischio relativo rispetto al tabacco.
- Rifiutare i divieti sui gusti: Gli aromi per lo svapo permettono agli svapatori di dimenticare il sapore del tabacco e sono uno dei motivi principali per cui i fumatori non tornano a fumare dopo essere passati allo svapo. Più di due terzi degli svapatori utilizzano aromi diversi dal tabacco, e coloro che usano aromi hanno il 230% di probabilità in più di smettere di fumare rispetto a coloro che non svapano affatto aromi. Esortiamo il Governo italiano a respingere tutte le proposte di vietare gli aromi in quanto potrebbero potenzialmente spingere 5 svapatori su 10 a tornare a fumare o al mercato nero, dove non vi è alcuna garanzia di sicurezza o qualità.
- Mantenere lo svapo disponibile, applicando al contempo norme intelligenti per impedire rigorosamente lo svapo da parte dei minorenni: Vietare le sigarette elettroniche o gli aromi non è la soluzione per tenere i minori lontani dallo svapo. I divieti, o alcune politiche proposte in altri Stati membri dell'UE, come il divieto di vendita online o la limitazione alle tabaccherie statali, causerebbero più danni che benefici e sono fortemente sconsigliati. Misure come l'inasprimento delle multe per chi vende prodotti per lo svapo ai minori o semplicemente l'assegnazione di maggiori risorse alle forze dell'ordine potrebbero rappresentare la soluzione. Il governo italiano dovrebbe concentrarsi sulla prevenzione dello svapo da parte dei minori senza rendere più difficile l'accesso ai fumatori.
- Promuovere la riduzione dei danni causati dal tabacco nelle istituzioni e nelle legislazioni dell'UE: Il confezionamento, la pubblicità e i livelli di nicotina contenuti nei liquidi sono regolamentati a livello UE. Poiché la Direttiva sui prodotti del tabacco sarà presto rivista, incoraggiamo vivamente il Governo italiano ad assumere un ruolo attivo, promuovendo la riduzione del danno da tabacco presso le istituzioni europee e contrastando le normative che limitano la scelta dei consumatori e limitano lo svapo.
Il piano in 7 fasi è stato presentato anche in una conferenza stampa a Roma la scorsa settimana e fa parte della campagna "Back Vaping. Beat Cancer" della WVA. Se vuoi sostenere la causa, firma la petizione. QUI