Bruxelles manca l'obiettivo mentre le nazioni impegnate nella riduzione del danno sollevano il trofeo

Bruxelles ha recentemente ospitato una finale di Champions League di tipo diverso. La World Vapers' Alliance ha assegnato a Svezia, Repubblica Ceca e Grecia la "’Campioni del cambiamento”"premio per i loro successi nella riduzione del danno da tabacco, il contrasto con l'approccio dell'UE non avrebbe potuto essere più evidente. Mentre questi paesi stanno ottenendo risultati concreti e salvando vite umane, l'UE rimane bloccata ai margini, aggrappandosi a un pensiero proibizionista e a tattiche obsolete. L'Europa si trova di fronte a una decisione cruciale: imparerà finalmente dai suoi sostenitori o continuerà a puntare su politiche fallimentari?

La Svezia ha fatto la storia come la prima nazione al mondo ufficialmente libera dal fumo, con solo 4,5% di adulti nati in Svezia che fumano, un tasso cinque volte inferiore alla media europea e raggiunto con 16 anni di anticipo rispetto all'obiettivo dell'UE. Questo risultato non è stato raggiunto con il proibizionismo, ma adottando alternative più sicure come snus, sigarette elettroniche e svapo, rendendole accessibili a chi desidera smettere. La Repubblica Ceca ha dimostrato un'analoga leadership, registrando una riduzione di 23% dei tassi di fumo in soli tre anni grazie a politiche pragmatiche e basate sulla scienza. Invece di ricorrere a divieti sugli aromi o a tasse eccessive, i politici cechi hanno incoraggiato i fumatori a passare a prodotti meno dannosi. La Grecia, un tempo uno dei focolai di fumo in Europa, ha ottenuto un calo di 14% nella prevalenza del fumo nello stesso periodo, ponendo la riduzione del danno al centro della sua strategia nazionale.

La Svezia è entrata nella storia come la prima nazione al mondo ufficialmente libera dal fumo, con solo il 4,51% degli adulti nati in Svezia che fumano, un tasso cinque volte inferiore alla media europea e raggiunto 16 anni prima dell'obiettivo dell'UE.

Eppure, invece di imparare da queste vittorie, la leadership dell'UE sembra determinata a ignorarle. Bruxelles continua a perseguire proibizionismo, tasse più alte e restrizioni che hanno fallito per decenni. commenti del Primo Ministro irlandese Micheál Martin, che presto guiderà la Presidenza del Consiglio dell'UE, ne sono un esempio lampante. Martin ha insinuato che svapare sia dannoso quanto fumare, un'affermazione che contrasta con il consenso scientifico e con le prove concrete. Ancora più preoccupante è il fatto che la Commissione Europea sia stata colta in flagrante a diffondere disinformazione, affermando falsamente che la nicotina provoca il cancro e minimizzando il ruolo dello svapo e degli aromi nell'aiutare gli adulti a smettere. Il Commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra si è spinto fino a dichiarare, "Il fumo uccide. Lo svapo uccide." Nel frattempo, il Commissario alla Salute Várhelyi ha reclamato che lo svapo "ha creato rischi per la salute completamente nuovi, paragonabili o addirittura maggiori del fumo stesso". Non si tratta solo di un discorso politico; è un danno alla salute pubblica.

Quando paesi come la Repubblica Ceca riescono a ridurre il tasso di fumo di 231 TP4T e la Grecia riesce a ridurne la prevalenza di 141 TP4T in tre anni, è indifendibile per l'UE continuare ad adottare approcci che si sono rivelati fallimentari più e più volte. Politiche proibizioniste, come il divieto di aromi, hanno solo portato a un aumento del fumo e a un fiorente mercato illecito. Una tassazione eccessiva allontana le persone dalle alternative più sicure e le riporta alle sigarette.

L'imminente revisione della TPD rappresenta un'occasione d'oro per l'UE di cambiare rotta e adottare finalmente una strategia che ponga al primo posto la salute pubblica e la scelta dei consumatori. La strategia è chiara: seguire le prove, non la paura. Il successo della Svezia nel campo delle sigarette elettroniche dimostra che le alternative più sicure rappresentano la via d'uscita più efficace dal fumo. L'UE deve smettere di alimentare il panico morale e incentivare invece il passaggio a prodotti meno dannosi. La Commissione deve inoltre porre fine alla sua epidemia di disinformazione e garantire che le politiche riflettano la realtà sostenuta dagli esperti, che hanno ripetutamente riscontrato che lo svapo è molto meno dannoso del fumo.

Le politiche proibizioniste, come il divieto di determinati aromi, hanno solo portato a un aumento del fumo e a un fiorente mercato illecito.

Ma soprattutto, l'UE deve porre i consumatori al centro delle sue politiche. I successi in Svezia, Grecia e Repubblica Ceca dimostrano che quando agli adulti vengono offerte scelte concrete e informazioni oneste, reagiscono positivamente. Proteggere i gusti, rifiutare tasse eccessive e consentire messaggi sinceri sulla riduzione del rischio sono tutti elementi essenziali per aiutare più persone a smettere di fumare definitivamente.

L'Europa non ha bisogno di altri slogan vuoti; ha bisogno del coraggio di replicare ciò che funziona. Con l'avvio del processo di revisione della Direttiva sui diritti dei consumatori, l'UE si trova di fronte a una scelta semplice ma fondamentale: salire sul podio insieme ai suoi sostenitori o continuare a perdere vite a causa di dogmi ostinati. Il trofeo è lì, pronto per essere conquistato, se Bruxelles sarà finalmente disposta a giocare secondo i fatti.

Originariamente pubblicato Qui

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