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L'Italia sbaglia a paragonare il vaping al fumo

Roma, Italia Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato nuove misure contro le sigarette tradizionali e i nuovi prodotti a base di tabacco e nicotina per raggiungere gli obiettivi del Piano europeo contro il cancro. Le nuove misure, annunciate ieri in un'audizione davanti alla Commissione Affari Sociali della Camera, comprendono il divieto di vaping negli spazi chiusi, il fumo nei luoghi all'aperto e ulteriori piani per estendere il divieto di pubblicità sui prodotti a base di nicotina. 

Michael Land, direttore della World Vapers' Alliance, ha dichiarato che le misure del Ministro della Salute contraddicono le prove scientifiche dell'impatto positivo del vaping sulla lotta al tabagismo:

Non ci sono prove che il vaping passivo sia dannoso. Ma è scientificamente provato che il vaping è almeno il 95% meno dannoso del fumo ed è la migliore alternativa al fumo di tabacco. Il vaping dovrebbe essere escluso dai divieti di fumo previsti. Ancora una volta, l'Italia sta commettendo un altro grave errore nei suoi sforzi per combattere il cancro - il vaping non è un nemico, non contiene tabacco e dovrebbe essere accolto come uno strumento per arrivare ad una "generazione senza tabacco"".

Lo scorso ottobre, World Vapers' Alliance ha presentato al nuovo governo italiano a Roma un piano in 7 fasi per ridurre la mortalità indotta dal fumo. Il piano comprendeva la raccomandazione di consentire il vaping almeno nelle aree in cui attualmente è ancora permesso fumare. Il vaping dovrebbe essere esentato da ulteriori estensioni delle aree non fumatori per incentivare i fumatori a passare ad alternative più sicure. 

"La sfida che stiamo affrontando in Italia è la diffusa disinformazione secondo cui vaping e fumo passivo sono la stessa cosa, il che non è vero. Pertanto, il vaping non dovrebbe essere trattato allo stesso modo. Tutti i dati finora disponibili indicano che i consumatori considerano l'accesso ai prodotti a rischio ridotto come un elemento essenziale per sostenere il loro percorso verso un'alternativa meno rischiosa al fumo di sigaretta", ha dichiarato Carmine Canino, presidente dell'Associazione Nazionale Vapers Uniti.

"Questo non è l'approccio giusto perché non si può equiparare il vaping al tabacco tradizionale. Il vaping è uno strumento di riduzione del danno per chi fuma sigarette tradizionali. Dobbiamo aprire un tavolo tecnico per discutere con chi conosce bene un mercato che si sta espandendo in tutto il mondo. Tutti noi dell'ANPVU stiamo cercando di promuovere una corretta informazione sulle sigarette elettroniche e ci auguriamo che finalmente il Ministero della Salute italiano approvi, sostenga e incentivi l'uso di strumenti di riduzione del danno, come il vaping", ha aggiunto Carmine Canino.

"L'Italia ha il potenziale per essere un Paese leader mondiale nella lotta al fumo. Invece, ulteriori restrizioni sugli strumenti di riduzione del danno da tabacco rischiano di spingere sempre più persone a tornare a fumare. Il governo italiano dovrebbe rivalutare il suo approccio al vaping e ascoltare finalmente la scienza e i consumatori", ha aggiunto Landl.

 

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